PSR PER L’UMBRIA 2014-2020

Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) è lo strumento, finanziato con fondi dell’Unione Europea (FEASR), dello Stato Italiano e della Regione Umbria, che
definisce le principali strategie, gli obiettivi e gli interventi per i settori agricolo, agroalimentare e forestale, finalizzati a sostenere lo sviluppo delle
aree rurali dell’Umbria già a partire dal 2007 e fino al 2020.

MISURA 16 – Cooperazione,
Intervento 16.2.2. “Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie realizzati da altri partenariati
diversi dai Gruppi Operativi e dalle Reti o Poli di nuova costituzione” DD n°5656 del 27/06/2016

TITOLO
PROGETTO:

Caratterizzazione e impiegodel seme di Vicia Ervilia, come leguminosa da granella prodotta in Umbria, da somministrare nella dieta di bovini di razza Chianina in accrescimento e finissaggio (LegUmVerv)

DD 3973 DEL 24/04/2018 di approvazione del progetto.

IMPORTO AMMESSO A CONTRIBUTO: € 180.610,87

Capofila: Consorzio Produttori carne Bovina Pregiata delle razze Italiane (C.C.B.I.)

Partners:
Pucci Dott. Goffredo Azienda Agricola, Agri Simba Società Agricola Semplice, Istituto di Bioscienze e Biorisorse del CNR (CNR-IBBR), Dipartimento di Scienze
Agrarie, Alimentari ed Ambientali  dell’Università di Perugia (DSA3), Dipartimento di Medicina
Veterinaria  dell’Università di Perugia (DMV), CRF Consulenza Ricerca & Finanza s.r.l., Landini Giuntini SPA.

IDEA PROGETTUALE

L’idea progettuale è basata su una leguminosa attualmente sotto utilizzata come fonte di proteine per
l’alimentazione zootecnica ed in particolare per i bovini da carne. Tale specie è la Vicia ervilia comunemente chiamata Veccia capogirlo, moco, moca o mociarino a seconda delle zone. 

Tale specie era comunemente usata nei sistemi agricoli di regioni temperate e sub tropicali come fonte proteica per l’alimentazione animale quando la soia e i
panelli di estrazione non erano disponibili (Hanbury et al. 2000; Larbi et al 2011). Ad una prima fase in cui verranno analizzate le proprietà del seme di V.ervilia e verrà confermata
l’adattabilità delle accessioni disponibili all’ambiente geo-pedologico umbro, seguirà una fase di implementazione con prove di somministrazione a vitelli di
razza chianina in finissaggio in cui sarà prevista la valutazione delle performance e della qualità nutrizionale e organolettica della carne. Il successo o il fallimento nell’impiego di
una determinata fonte proteica viene in ultima analisi sancito da un’analisi economica basata sul rapporto costi/benefici; una determinata fonte proteica
alternativa alla soia, anche se dal contenuto proteico inferiore, potrebbe far registrare costi di produzione inferiori. Per contro, un processo o un prodotto
che di per sé risulti relativamente costoso potrebbe migliorare la resa in termini di crescita animale o qualità delle carni e fa sì che i maggiori costi
di produzione vengano efficacemente controbilanciati da un maggior guadagno in performance animale. Il progetto verrà quindi integrato da
un’analisi economica puntuale sull’impiego del seme del moco come integratore proteico totale o parziale nelle formulazioni mangimistiche nel contesto
economico e sociale dell’Umbria.

A supporto dell’analisi costi/benefici, verrà inoltre realizzata un’analisi di mercato finalizzata a verificare il grado di accettazione
dei prodotti ottenuti con l’utilizzo delle nuove fonti proteiche individuate da parte del consumatore e della GDO (Grande Distribuzione Organizzata), nonché la
propensione degli allevatori aderenti al Consorzio e dei produttori di mangimi di introdurre la V.ervilia
nell’ alimentazione bovina. Tale attività trova giustificazione nelle strategie di importanti catene distributive che hanno iniziato a commercializzare e pubblicizzare carni bovine, suine e avicole prodotte con mangimi che non contengono organismi OGM, in particolare soia e mais.

La proposta progettuale sopra enunciata viene presentata da un Consorzio di allevatori privato e da istituzioni universitarie,
caratterizzate da professionalità complementari che spaziano dall’ allevamento di razze bovine pregiate, alla conduzione di aziende agrarie, alle analisi
economico estimative dei processi produttivi in agricoltura, e per quanto riguarda le istituzioni universitarie, competenze in genetica agraria,
agronomia, scienza della nutrizione e alimentazione animale. Al termine del progetto, qualora tale specie si sarà dimostrata interessante, si potrà aprire
un’interessante prospettiva anche per la sua coltivazione in aree marginali,  attualmente sottoposte ad una forte erosione a causa del loro abbandono.
Infatti la V. ervilia ben si adatta a terreni poveri e caratterizzati da un basso livello di precipitazioni annuali dove le colture destinate al consumo umano possono essere coltivate con estrema difficoltà. Si ritiene quindi che opportune miscelazioni di farine derivate da semi di questa leguminosa possano costituire una valida alternativa ai mangimi
a base di soia e altre proteaginose e che possano contribuire, in prospettiva, alla sostenibilità ambientale delle produzioni zootecniche. 

COLLEGAMENTO
TRA OBIETTIVI DEL SITO E IL SOSTEGNO FEASR:

Tra i fabbisogni di innovazione individuati dal PSR vengono qui di seguito riportati quelli che maggiormente possono essere messi in relazione con gli
obiettivi del progetto:

  • F01: Sostenere aziende agricole che adottano innovazioni di prodotto, di processo, di organizzazione e commercializzazione

Il presente progetto, prevedendo lo studio di proteaginose alternative come integratori proteici nei mangimi permette che i “nuovi saperi” elaborati dal
mondo della ricerca, vengano trasformati in concreti progetti imprenditoriali.

  • F03: Sviluppo dei PEI che mettono insieme aziende agricole, industria di trasformazione e mondo della ricerca e dei servizi

Come ribadito dal rapporto finale sulle “Protein crops” dello European Innovation Partnership ‘Agricultural Productivity and Sustainability’ (EIP­-AGRI),
nonché da programmi europei di ricerca quali il VII programma quadro e HORIZON2020, [in questa call il Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e ambientali (UniPG DSA3) è una componente del Consorzio di 25 Istituzioni europee (Università, Centri di ricerca pubblici e privati, SME e Associazioni Agricole) e 29 Istituzioni cinesi (tra Università e
Centri di Ricerca), che in data 13 Ottobre 2016 ha presentato un progetto denominato C-ELIA per ricerche in leguminose da foraggio (erba medica) e dagranella (pisello proteico)], lo sviluppo di azioni consorziate che mettono insieme le eccellenze produttive legate al territorio con le esperienze scientifiche dei centri di ricerca è essenziale per coprire il gap non solo nazionale ma anche europeo di proteine di origine vegetale.

  • F08: Sostenere la diversificazione e multifunzionalità

La produzione in loco di leguminose da granella per l’alimentazione animale può costituire un metodo di diversificazione delle attività produttive e di avvicendamento
colturale delle aziende zootecniche.

  • F09: Favorire la crescita del VA dei prodotti agricoli e forestali con innovazione e promozione

La produzione di carne rispettosa dei principi etici sul benessere animale, che garantisca un giusto reddito all’agricoltore/allevatore nel rispetto dell’ambiente, è un fattore favorevolmente percepito dal consumatore che aumenta il VA delle produzioni.

  • F10: Rafforzare la competitività delle filiere mediante qualità e promozione

Stessa considerazione di cui sopra con la necessità di associare ai fattori precedentemente enunciati la connotazione locale umbra come “Brand” commerciale.  

  • F14: Favorire la gestione e l’ampliamento degli habitat e delle aree naturali

La coltivazione della V. ervilia nelle aree ad Alto Valore Naturale potrebbe, prevenire l’erosione dei suoli abbandonati e, data la sua natura N-fissatrice,
reintegrare il terreno di azoto assimilabile senza l’apporto di fertilizzanti chimici.

  • F17 Favorire una corretta gestione degli input al fine di migliorare la qualità delle acque

Essendo la V. ervilia una leguminosa adattata agli areali umbri svantaggiati, dove cresce spontaneamente in aree incolte, la sua coltivazione può mitigare
effetti di contaminazione da nitrati e fitofarmaci delle falde acquifere.

  • F25 Migliorare la gestione degli allevamenti zootecnici per la riduzione di metano e di protossido di azoto

La V. ervilia presenta un modesta quantità di tannini condensati nel seme: tali composti potrebbero complessare le proteine nel rumine impedendone la degradazione
massiva che causa prevalentemente perdite di azoto sotto forma di ammoniaca e, nello stesso tempo, permettendone una corretta assimilazione intestinale.

  • F31 Favorire partecipazione delle imprese agricole, agroalimentari e forestali a reti europee, nazionali e interregionali

Vedi commenti al fabbisogno F03

  • F32 Sostenere i principali settori produttivi del comparto agricolo ed agroalimentare

Tra i punti di debolezza individuati dall’analisi SWOT del Piano Zootecnico Regionale Umbro del settore bovini da carne, risalta l’aumento dei prezzi delle materie prime per l’alimentazione bovina. Il presente progetto potrebbe fornire agli allevatori una fonte proteica innovativa per l’alimentazione degli animali, facilmente reperibile
sul territorio, la cui coltivazione è rispettosa dell’ambiente e che potrebbe contribuire a calmierare i costi delle razioni.

RISULTATI ATTESI

Il raggiungimento di tali obiettivi avverrà in base all’implementazione di 6 priorità generali

  • Priorità 1: Promuovere il trasferimento di conoscenze e di innovazione nel settore agricolo e nelle zone rurali

I partecipanti al partenariato si faranno promotori di un’intensa attività di formazione, informazione, consulenza e assistenza alle aziende che
riguarderanno le modalità di coltivazione del moco, uso dei semi come integratore proteico nei mangimi dei bovini da carne e gestione delle razioni
alimentari negli allevamenti.

  • Priorità 2: Potenziare la redditività e la competitività di tutti i tipi di agricoltura e promuovere tecnologie innovative per le aziende agricole.

L’inserimento di una nuova leguminosa nella filiera alimentare animale, potrebbe integrare il reddito aziendale sfruttando
in maniera eco-sostenibile i terreni marginali poco adatti alle coltivazioni classiche per l’alimentazione umana. 

  • Priorità 3: Favorire l’organizzazione della filiera alimentare, il benessere degli animali e la gestione dei rischi nel settore agricolo

I risultati del progetto potranno, in prospettiva, favorire lo sviluppo della filiera corta nelle aziende agro-zootecniche favorendo la produzione, in proprio, dei costituenti dei
mangimi controllando direttamente la loro salubrità per gli animali.

  • Priorità 4: Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi relativi all’agricoltura.
  • Priorità 5: Incoraggiare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di COe resiliente al clima nel settore agroalimentare.

L’introduzione di leguminose che, come il moco sono caratterizzate da basse o nulle esigenze chimiche e idriche ed elevata rusticità contribuiscono a reintegrare il terreno agricolo in maniera naturale di azoto assimilabile ed a ripristinare un corretto equilibrio tra le diverse componenti degli ecosistemi. Inoltre, il moco potrebbe contribuire a
mitigare il fenomeno dell’erosione dei terreni marginali soggetti ad abbandono.

  • Priorità 6: Promuovere l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali.

L’introduzione della coltivazione del moco e il suo uso come integratore proteico nei mangimi animali potrebbe far diminuire il costo delle razioni favorendo così l’alleviamento delle condizioni di relativa povertà che si manifestano in alcune situazioni di marginalità territoriale, e conseguentemente l’inclusione sociale di categorie
svantaggiate.

Nella UE esiste un deficit cronico di produzione di fonti proteiche per l’industria mangimistica. La carenza in prodotti ricchi in proteine è in continuo aumento e ha raggiunto un picco di circa il 77% del fabbisogno negli ultimi tempi. Per contro, la produzione domestica di fonti proteiche (oleaginose e proteaginose) si è notevolmente
contratta per motivi che dipendono dalla riduzione delle aree di produzione (destinate a coltivazioni più redditizie) e da condizione climatiche
sfavorevoli. 

In questo contesto, l’introduzione di una nuova coltura proteaginosa potrebbe costituire un’opportunità qualora i risultati prodotti dalla sperimentazione proposta siano promettenti.

Per quanto riguarda le eventuali costrizioni nel raggiungimento degli impatti previsti, da un punto di vista normativo non risulta che esistano particolari regolamentazioni per la
coltivazione di una specie leguminosa autoctona non-OGM mentre, come tutte le produzioni agricole da pieno campo, la produzione del seme potrebbe essere
influenzata negativamente da avverse condizioni atmosferiche in fase di fioritura e allegagione. Per superare tali fonti di incertezza si adotteranno
strategie di semina scalare in maniera tale da tamponare eventuali perdite di seme in caso di pioggia eccessiva in fase di fioritura. D’altra parte il moco
presenta indeiscenza dei legumi e quindi la scalarità di fioritura non causa particolari problemi in fase di raccolta.

DETTAGLI PROGETTO

La prima fase del progetto è stata contraddistinta dalla semina di circa 60 kg di Vicia Ervilia su 5000 metri quadri di terreno dei campi sperimentali del Dipartimento di Scienze
Agrarie, Alimentari e Ambientali (Università degli Studi di Perugia), per la produzione di seme da impiegare sia per la caratterizzazione genetica e
chimica, sia per la nuova semina da svolgere nei campi del partner Azienda Agricola di Pucci Goffredo. Da questa semina (settembre 2017) sono stati raccolti (giugno 2018) 320 kg di Vicia Ervilia che insieme a quello già in possesso dell’Dipartimento si Scienze Agrarie ha formato un lotto di circa 1760kg di seme che è stato utilizzato per effettuare la caratterizzazione geneticae chimica del seme di Vicia Ervilia e la formulazione della razione alimentare (da parte del partner mangimificio Landini e Giuntini SpA) da somministrare nellaprima prova di alimentazione dei bovini.

A settembre 2018 sono stati eseguiti i lavori di preparazione del campo nell’appezzamento di terra dell’azienda Pucci Dott. Goffredo Az. Agr ed ad ottobre sono stati
seminati 80 quintali di seme di Vicia Ervilia su 6,5 ettari di terreno.

A ottobre 2018  sono stati svolti i primi sopralluoghi presso l’azienda Agri Simba per effettuare un campionamento delle materie prime e della razione unifeed
somministrata ai bovini in fase di finissaggio presenti in azienda.

Inoltre sono stati individuati i recinti singoli dove verranno stabulati i 6 capi bovini di razza Chianina oggetto della prima fase di prova in campo.

In base ai soggetti disponibili in azienda a dicembre 2018 sono stati scelti animali omogenei per età e per conformazione delle masse muscolari.

Questa fase ha permesso:

1)            La verifica delle caratteristicheadattive della Vicia Ervilia in relazione alla produzione di seme.

2)            L’individuazione di ecotipi superiori per la produzione di seme nelle condizione ambientali delle aziende agrarie umbre.

3)            La caratterizzazione chimica e genetica del seme degli ecotipi selezionati per contenuto proteico e presenza di fattori antinutrizionali di varia natura.

4)            La verifica del valore nutritivo del seme della Vicia Ervilia come alimento proteico da impiegare in formule mangimistiche.

5)            La formulazione razione alimentare da somministrare a bovini di razza chianina nella fase di finissaggio.

Durante la seconda annualità del progetto è stata realizzata la prima prova di alimentazione su n°6 bovini di razza chianina nella fase di finissaggio (ultimi 3 mesi), svolta nei mesi di marzo, aprile e maggio 2019. Nel mese di giugno 2019 è stato completato il raccolto della Vicia ervilia sui 6,5 ettari seminati sui campi messi a
disposizione dall’azienda Pucci Dott. Goffredo Az. Agr. che ha prodotto 1,7 tonnellate di seme disponibile per effettuare la 2° prova di alimentazione (accrescimento
ed ingrasso).

 È stata infine realizzata da CRF SRL un’indagine di mercato presso vari consumatori finalizzata a verificare il grado di sensibilitàrispetto al tipo di alimentazione utilizzata nella produzione delle carni che acquistano, la propensione all’acquisto di carni prodotte con mangimi OGM free e il differenziale di prezzo che sarebbero disposti a riconoscere a questa tipologia di prodotti. È stata realizzata un’indagine presso aziende specializzate nella produzione di mangimi e presso le principali catene distributivi regionali (Coop, Conad, A&O) finalizzata a verificare il grado di interesse della GDO all’acquisto di carni bovine alimentate con Vicia Ervilia ed il differenziale di prezzo che sarebbero disposti a riconoscere all’allevatore.


Nei mesi di giugno, luglio e agosto 2019 sono state effettuate le valutazioni sulle performance alla macellazione sui 6 bovini oggetto della prima prova di alimentazione sulla sola fase d’ingrasso (finissaggio) e messa a punta la nuova razione da somministrare nella seconda prova di alimentazione.

A settembre 2019 è stata avviata la 2° prova di alimentazione (accrescimento e finissaggio) su 10 bovini di Razza Chianina la quale terminerà nel 2020.

Questa fase ha permesso:

1)            La messa a punto della  razione alimentare da somministrare a bovini di razza chianina nella fase di finissaggio.

2)            La produzione nuovo mangime con l’utilizzo di Vicia ervilia come fonte proteica in sostituzione della soia.

3)            La valutazione fenotipica dell’accrescimento e della muscolosità in bovini di razza Chianina alimentati con la nuova razione solo nella fase di
                finissaggio (ultimi 3 mesi)

4)            Le analisi chimiche, fisiche ed organolettiche della carne prodotta con il mangime arricchito con Vicia ervilia.

5)            La raccolta seme dai campi seminati con Vicia ervilia.

6)            L’analisi di mercato.

7)            L’avvio della seconda prova di alimentazione sui 10 bovini di razza Chianina, dalla fase di accrescimento a quella di finissaggio, che si concluderà nel 2020.

Nella terza annualità del progetto è stata realizzata la seconda prova di alimentazione su n° 10 bovini di razza chianina nelle fasi accrescimento e finissaggio iniziata a settembre 2019 e conclusa ad ottobre 2020. È stata infine realizzata una valutazione economica sull’utilizzo di Vicia Ervilia per il finissaggio di vitelloni di razza Chianina.

Gli obiettivi raggiunti in questa seconda fase del progetto sono i seguenti:

1)            Continuazione seconda prova di alimentazione sui 10 bovini di razza Chianina, dalla fase di accrescimento a quella di finissaggio,
                conclusa ad ottobre 2020 quando i bovini sono stati macellati.

2)            Valutazione fenotipica dell’accrescimento e della muscolosità in bovini di razza Chianina alimentati con la nuova razione

3)            Analisi chimiche, fisiche ed organolettiche della carne prodotta con il mangime arricchito con Vicia ervilia

4)         Valutazione economica sull’utilizzo di Vicia Ervilia per il finissaggio di vitelloni di razza Chianina. Produzione nuovo mangime con l’utilizzo di Vicia ervilia come fonte proteica in sostituzione della soia.

Il progetto relativamente alla parte di utilizzo del seme di Vicia Ervilia come sostituto della soia nell’alimentazione di bovini di razza Chianina ha evidenziato che:

–              Dalla sperimentazione è emerso che essa potrebbe essere impiegata in un tipo di agricoltura alternativa a quella convenzionale-intensiva. Le attività
finalizzate alla sua conservazione e all’affinamento delle pratiche colturali sono dovute principalmente alla sua caratteristica di sostituirsi
convenientemente alla soia nelle formulazioni di mangimi ad interesse zootecnico.

–              L’impatto derivante dall’utilizzo della soia si ripercuote sia a livello ambientale che igienico-sanitario e sociale e ciò causa un disincentivo da parte dei
consumatori per i prodotti da essa derivati. Pertanto, un maggiore impiego della Vicia ervilia o di fonti proteiche alternative potrebbe determinare un
minore impatto ambientale in quanto la sua coltivazione in Italia centrale è
relativamente semplice e normalmente non richiede né fertilizzazione né irrigazione
di supporto.

–              Per tali ragioni sono state effettuate alcune prove alimentari in ambito zootecnico e reperibili in letteratura scientifica. In particolare sono stati valutati gli
effetti di una sua inclusione in mangimi di accrescimento e finissaggio per vitelloni di razza Chianina ed è stato verificato che il suo impiego come fonte
alternativa alla soia non determina nessun impatto negativo sulle prestazioni produttive e sullo stato di salute e di benessere di questi bovini da carne.

–              La Vicia ha dimostrato di avere potenzialità sia in termini di inserimento nelle razioni, sia in termini di costo della razione. Tuttavia le basse rese e
soprattutto la sua propensione all’allettamento fanno sì che questa coltura necessiti di miglioramenti varietali per poter entrare negli ordinamenti colturali regionali.

Mentre per quanto riguarda l’analisi economica e l’indagine di mercato, questa ha evidenziato per quanto concerne l’indagine presso le principali catene distributive regionali e
macellerie che:

·                    vi è un crescente interesse per la differenziazione delle carni bovine nella GDO in quanto la carne bovina rimane
un prodotto capace di fidelizzare il cliente al punto vendita;

•             La provenienza 100% Italia è sempre più presente nei punti vendita, sia nel porzionato
confezionato sia nel prodotto venduto al banco;

•             Negli ultimi anni tra i fattori di scelta è cresciuta l’importanza del “sapore”, accanto alla tenerezza che rimane sempre la caratteristica più importante.
Questo sta spostando gli acquisti dal vitellone adulto alla scottona che ha quantità di grasso di infiltrazione maggiori;

•             Il servizio al banco resta molto importante per “qualificare” il punto vendita rispetto ai discount e per fidelizzare il cliente e resta il preferito per i
tagli più pregiati e per il pronto a cuocere, mentre sono in crescita i porzionati negli hamburger e nelle fettine;

•             Le informazioni sul prodotto sono sempre più importanti anche nel servizio al banco; nel porzionato assumono anche più importanza del prezzo;

•             Il porzionato viene spesso preferito perché vi è l’indicazione immediata della spesa finale;

•             Nelle scelte di approvvigionamento delle carcasse o dei quarti l’elemento più importante è la continuità e l’omogeneità del prodotto;

•             La provenienza da animali allevati in regione da piccoli e medi allevamenti Suscita molto interesse, ma sconta la problematica della disomogeneità degli
animali e soprattutto del colore e sapore delle carni. Inoltre nel caso di animali di razza Chianina a questo si aggiunge la difficoltà di una buona frollatura e quindi la “durezza” della carne.

•             Vi è interesse per animali da “filiera integrale” umbra alle condizioni sopra descritte (continuità ed omogeneità della fornitura) ed inoltre che venga
comunicata in modo adeguato, anche attraverso una certificazione volontaria e promossa presso il consumatore. 

 L’alimentazione non sembra essere una delle principali preoccupazioni del consumatore, soprattutto rispetto ad alimenti OGM; l’OGM free è uno delle caratteristiche
“free-from” che ha avuto meno successo negli ultimi anni.

Mentre l’indagine sui consumatori ha evidenziato che:

·                   Il principale criterio di scelta nell’ acquisto
di carni bovine è il sapore e il gusto della carne, per tutte le categorie di consumatori. Fattori legati alla provenienza, alimentazione e sicurezza delle
informazioni e la fiducia nel punto vendita assumono una crescente importanza al crescere dell’età del consumatore e del responsabile degli acquisti. Sono
comunque criteri molto rilevanti per tutte le fasce di frequenza di consumo e di età. La provenienza delle carni da animali di razza Chianina rimane
piuttosto rilevante, ma meno dei criteri sopraelencati e la sua rilevanza aumenta all’aumentare dell’età di consumatori.

·                   Vi è invece scarso interesse per i piatti pronti a cuocere, per il prodotto proveniente da agricoltura biologica ed per il contenuto di grasso delle carni.

·                   l 70% degli intervistati si dichiara interessato all’acquisto di carni bovine da “filiera integrale umbra” e senza la presenza di soia nell’alimentazione e di essere disposto a                   pagare un prezzo superiore a quello della carne che attualmente acquista fino ad un incremento del 10%.

Infine la valutazione economica sull’utilizzo di Vicia Ervilia per il finissaggio di vitelloni di razza Chianina al fine di consentire la valutazione del costo della razione con Vicia
              Ervilia e il costo kg carne ha evidenziato che:

·                   Il costo della razione utilizzando la Vicia in sostituzione parziale della soia è sovrapponibile al costo della razione senza Vicia ed utilizzando come fonte proteica la soia;

·                   Il costo kg carne è anch’esso sovrapponibile in quanto l’indice di conversione delle due razioni non è stato significativamente diverso;

·                   La Vicia ha dimostrato di avere potenzialità sia in termini di inserimento nelle razioni, sia in termini di costo della razione.
Tuttavia le basse rese e soprattutto la sua propensione all’ allettamento fanno sì che questa coltura necessiti di miglioramenti varietali per poter entrare negli ordinamenti colturali regionali